LA CAPOEIRA ALL'INIZIO DEL XIX SECOLO
Il processo di abolizione della schiavitù fu talmente lento che ci vollero 138 anni per attuarsi definitivamente e se in un primo tempo si era risolto un problema, se ne stava pian piano creando un altro.
Per sopravvivere gli schiavi liberi accettarono qualsiasi tipo di compromesso e molti di loro divennero criminali: ladri, assassini, prostitute, ecc.. mentre altri continuavano a lavorare come schiavi anche se non ufficialmente.
Gli ex schiavi principalmente nello stato di Rio De Janeiro entrarono a far parte della malavita organizzata e si avvicinarono a gang malavitose spesso assoldate dagli stessi politici per commettere attentati e creare disordini nelle città.
Queste gang venivano chiamate Maltas ed erano formate da banditi che non solo conoscevano la pratica della capoeira, ma si dice anche che fossero abilissimi nell’utilizzo delle armi bianche in particolar modo il rasoio (navalha) uno strumento piccolo, ma letale che venne introdotto in Brasile proprio dai portoghesi.
Nel 1889, c.a. 1 anno dopo l’abolizione della schiavitù in Brasile un colpo di stato militare guidato dal maresciallo Manuel Deodoro da Fonseca fece cadere la Corona portoghese. Lo stesso Deodoro diventò nel 1891 il primo presidente del Brasile.
Nonostante l'abolizione della schiavitù la pratica della capoeira e di altre manifestazioni legate alla cultura nera ed ex schiava furono proibite. Le pene potevano essere severissime; da una multa alla prigione e dalla tortura alla pubblica umiliazione e la morte.
Ma le cose cambiarono considerevolmente quando nel 1930 un altro colpo di stato fece cadere il governo di Deodoro e proclamare un civile, Getulio Vargas, come nuovo presidente della Repubblica degli Stati Uniti del Brasile.
Fra il suo primo e secondo mandato Getulio riconobbe la capoeira come vero sport nazionale brasiliano e decise di togliere la capoeira dal codice penale.
Grazie a questi cambiamenti la capoeira cominciò a entrare da un processo di marginalizzazione ad un processo di accettazione, riconoscimento e diffusione.